venerdì 18 dicembre 2009

Pensare la letteratura. Strumenti emici e strumenti etici?

Invariabilmente, nell’analizzare e valutare i documenti intellettuali –e, nel nostro caso specifico, i documenti letterari di una delle civiltà asiatiche, si è costretti ad applicare griglie interpretative e utilizzare strumenti concettuali derivanti dalla cultura di cui l’interprete è parte, o alternativamente, di applicare e utilizzare gli apparati concettuali offerti dalla riflessioni che la stessa cultura studiata ha prodotto. Ma, anche in questo secondo caso, non è possibile non essere permeati dei pregiudizi, in senso gadameriano, elaborati dalla cultura di partenza dell’interprete, che si intrecciano così con gli strumenti emici che irriflessivamente potrebbero essere considerati come utilizzabili in quanto tali. Mettere alla prova gli approcci emici ed etici, e l’inevitabile miscela tra questi, rappresenta l’obiettivo in fieri del nostro incontro. Saldamente ancorati all’effettiva analisi testuale cercheremo di riflettere sulla possibilità della creazione di una metodologia condivisa o sulla mera necessità di una continua e sempre personale ibridazione ermeneutica.

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